Si trovano in superficie e nei fondali del mare, sulle cime delle montagne, nei corsi d’acqua, nel suolo e anche nell’aria e nella pioggia. Tonnellate di plastica inquinano ogni ecosistema della Terra: agire subito è importante per limitare i danni di questo materiale prodotto dall’uomo.
Sono 390 milioni le tonnellate prodotte ogni anno, di cui il 90% deriva da fonti fossili. Il peso totale della plastica presente sul pianeta è più del doppio di quello di tutti gli animali terrestri e marini messi insieme (8 miliardi di tonnellate).
Incentivare l’uso di plastica riciclata (oggi solo il 9% di quella prodotta viene rigenerata), secondo molti è un passo avanti per ridurre il numero di microplastiche nell’ambiente e per riportare a una situazione di normalità l’ecosistema a rischio.
Per Liberi dalla Plastica la soluzione è ancora più drastica: eliminare l’utilizzo di bottigliette in PET e risparmiare all’ambiente tonnellate di questo materiale ogni anno.
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Perché dire basta alle tonnellate di plastica disperse nell’ambiente
La situazione degli ecosistemi terrestri è sempre più compromessa a causa di un singolo materiale prodotto per semplificare la vita degli esseri umani. Tonnellate di plastica oggi inquinano tutto il pianeta.
Finendo nella nostra catena alimentare: le microplastiche vengono sempre più spesso ritrovate anche all’interno dell’organismo umano.
Una situazione al limite, documentata dal nuovo report “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire”, pubblicato dal Wwf il 5 giugno, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente.
Oltre a sensibilizzare i Governi sulle conseguenze delle microplastiche sull’ecosistema a rischio, il documento parla dell’importanza della plastica riciclata per la crescita dell’economia circolare.
Ecosistema a rischio: il ruolo delle microplastiche
Nonostante esista solamente dagli anni ’50, la plastica è a oggi il terzo materiale più diffuso sulla Terra dopo l’acciaio e il cemento. Utilizzata principalmente nel settore degli imballaggi, oggi la produzione si attesta sulle 390 milioni di tonnellate (secondo i dati dal 2021).
Di queste, il 90% proviene da fonti fossili, solamente il 9% da raccolta differenziata e riciclo, mentre l’1,5% da fonti bio/rinnovabili.
Il ritmo con cui viene consumato questo materiale è impressionante. Secondo il Wwf nel mondo vengono utilizzati 1 milione di sacchetti di plastica al minuto e acquistate altrettante bottigliette in PET ogni 60 secondi.
Il paradosso della plastica
Il paradosso più grande è quello legato alla sua durata. Un materiale altamente resistente, che impiega centinaia di anni a degradarsi, è utilizzato per imballi usa e getta o per creare accessori dalla vita utile inferiore a cinque anni (tra cui abbigliamento e tessuti sintetici).
Tra i 400 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno diventano rifiuti, dominano gli oggetti monouso, che si ritrovano a galleggiare negli oceani.
Il 22% di questo materiale si disperde nell’ambiente o viene bruciato a cielo aperto, con gravi conseguenze ambientali come la produzione di diossina e idrocarburi policiclici aromatici.
Da questo 22% si originano micro e macroplastiche poiché il materiale, esposto alle condizioni atmosferiche, tende a frammentarsi. Le microplastiche sono ormai talmente diffuse che sono diventate un indicatore stratigrafico dell’era geologica in corso, denominata Antropocene.
Tonnellate di plastica, dove si accumulano
I ricercatori hanno trovato tonnellate di plastica praticamente in ogni angolo del pianeta. Le coste ne sono piene, così come le superfici degli oceani e i fondali. Si calcola che siano 170mila miliardi le microplastiche che abitano i mari.
L’inquinamento plastico di laghi e corsi d’acqua si riversa in mare (in totale 109 milioni di tonnellate), mentre dall’atmosfera piove plastica. Nel report del Wwf si afferma che oggi esiste un ciclo ambientale della plastica, simile a quello del carbonio e di altri elementi presenti sulla Terra.
Proseguendo con questi ritmi, la plastica che finirà nei mari è destinata a raddoppiare in meno di un ventennio.
Il Mar Mediterraneo è tra i più inquinati di sempre con 1,9 milioni di microplastiche al metro quadrato, alimentate principalmente dall’Italia. Il 70% dei rifiuti del Mare Nostrum si trova infatti attorno alle coste del Belpaese.
Ecosistema a rischio: un problema irreversibile?
Secondo il Wwf, la presenza di inquinanti ambientali, tra cui le tonnellate di plastica, hanno superato il limite per il pianeta, detto Planet Boundary.
Questo significa che non esiste più la certezza che gli ecosistemi assicurino ancora per molto tempo condizioni favorevoli alla vita.
La persistenza della plastica nell’ambiente è il problema più grande e probabilmente sarà presente per sempre nell’ambiente.
Ecco quali sono le principali conseguenze:
- Aumento di emissioni globali di gas serra, con un impatto notevole sul cambiamento climatico;
- Incremento del marine litter che riduce le risorse economiche prodotte dal mare;
- Danni diretti a navi e attrezzi da pesca, con notevoli ripercussioni finanziarie;
- Danni a 2150 specie marine a causa delle tonnellate di plastica presenti nell’ambiente (intrappolamento, soffocamento, lesioni e intossicazioni sono i più frequenti);
- Ingerimento indiretto di plastica da parte di 1557 specie di animali;
- Ritrovamento di plastica nelle feci, sangue, polmoni e placenta umane.
Previsioni: quanto aumenteranno le tonnellate di plastica disperse
Continuando ai ritmi odierni, il report del Wwf segnala che entro il 2050 la plastica totale prodotta si aggirerà intorno ai 25 miliardi di tonnellate.
Di queste, 12miliardi finiranno inevitabilmente nell’ambiente e potrebbe accadere che, nel 2050, il mare sarà più popolato di microplastiche che di pesci.
Inoltre, il gas serra prodotto da tutti questi rifiuti arriverà a pesare il 4,5% sulle emissioni totali entro il 2060.
Si può risolvere il problema dell’ecosistema a rischio?
L’Unione Europea dispone di uno dei quadri normativi più avanzati per contrastare l’inquinamento plastico.
Ne fanno parte:
- L’European Strategy for Plastic in a Circular Economy, ovvero la strategia della plastica pubblicata nel 2018 con regole per aumentare la domanda di plastica riciclata;
- Direttiva SUP che impedisce la commercializzazione di alcuni prodotti usa e getta in plastica;
- Green Deal per ridurre la produzione di rifiuti in generale e il riciclo della plastica;
- Regolamento PPER, Packaging and Packaging Waste Regulation, l’ultima proposta che vuole rendere entro il 2030 tutti gli imballi in commercio al 100% riciclabili o riutilizzabili.
I limiti di queste normative sono però i campi di applicazione, che differiscono di paese in paese e creano disparità nella gestione del ciclo di vita della plastica.
Azioni concrete
Se l’economia circolare è la soluzione per ridurre l’impatto mondiale del polimero sintetico, la sua applicazione deve essere sostenuta da istituzioni, aziende pubbliche e private e cittadini.
Cosa possono fare le aziende
Nel suo report, il Wwf invita tutti ad agire su tre elementi:
- Eliminare il consumo di prodotti in plastica non indispensabili e non riciclabili;
- Innovare con l’introduzione di inediti modelli di business circolari;
- Aumentare la quantità di plastica riciclata nella produzione di nuovi beni di consumo.
Liberi dalla Plastica invita le aziende a diventare Green aderendo al progetto dell’associazione di promozione sociale. Per scoprire come leggi qui.
Cosa possono fare i cittadini
In media ogni individuo produce 30kg di rifiuti plastici all’anno.
Con la regola delle 3 R è possibile diminuire drasticamente il consumo:
- Ridurre il consumo analizzando quanta plastica si utilizza ogni giorno e mantenere solo quella essenziale. Acquistare prodotti sfusi o con imballi sostenibili è altresì fondamentale;
- Riutilizzare gli oggetti quando possibile;
- Riciclare effettuando una corretta raccolta di differenziata per favorire la produzione di plastica riciclata.
Grazie ai progetti con i Comuni italiani, Liberi dalla Plastica aiuta le persone a eliminare le bottigliette in PET dalla vita quotidiana.
A tutti i cittadini che ne fanno richiesta, l’associazione dona un filtro per rubinetti, per godere di un’acqua buona direttamente a casa, da servire a tavola in caraffa e da portare con sé in borracce bpa free.
Scopri qui se il tuo comune ha aderito al progetto per poter richiedere il tuo filtro per rubinetti in omaggio.
Inoltre, grazie ai progetti in collaborazione con le scuole, sensibilizza i più piccoli sull’inquinamento plastico. Perché le più grandi rivoluzioni iniziano sempre dalla presa di coscienza di una problematica comune.