Nel mondo vengono acquistate un milione di bottiglie di plastica al minuto.
I numeri del 2017 di Euromonitor International parlano chiaro.
I dati sottolineano la totale dipendenza dell’uomo dagli oggetti che hanno rivoluzionato il modo di bere acqua a livello globale.
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Quanto è aumentato il consumo di bottiglie di plastica
La storia delle bottiglie di plastica monouso è iniziata ufficialmente nel 1973, quando fu brevettata la prima bottiglietta in PET dallo scienziato Nathaniel Wyeth.
Leggera, economica da produrre e riciclabile, è diventata velocemente il simbolo del consumo di massa.
Dagli anni novanta a oggi le vendite di acqua in bottiglie usa e getta sono aumentate del 284%, arrivando a rappresentare il 75% del peso di tutti i contenitori di plastica prodotti nel mondo.
Se vi state chiedendo che cosa significa, beh è molto semplice.
Per ogni quattro oggetti di plastica immessi sul mercato, tre di questi sono bottigliette d’acqua.
Il problema delle bottigliette di plastica è il loro smaltimento
Fin qui niente di strano.
Ma se sulla leggerezza delle bottigliette in PET e i loro bassi costi di produzione, si è fondata un’intera fetta dell’economia mondiale, il terzo principio che ha reso celebri questi oggetti è passato inosservato per decenni.
Di cosa parliamo? Ovviamente del fatto che le bottiglie di plastica sono riciclabili se correttamente smaltite.
Sfortunatamente, la produzione di plastica è aumentata negli ultimi vent’anni, ma i sistemi per riutilizzarla e riciclarla non hanno mantenuto lo stesso passo.
A causa della cattiva gestione di questi rifiuti, mari e oceani sono oggi invasi da bottigliette in PET.
Il consumo di bottiglie di plastica in Italia
Il nostro Paese si attesta tra i primi in Europa per il loro consumo, con più di 13 miliardi di unità all’anno.
Ma che fine fanno, una volta utilizzate, tutte queste bottiglie di plastica?
Poche vengono correttamente smaltite e molte, invece, raggiungono bacini d’acqua come fiumi e mari.
Sono 570 mila le tonnellate di polimeri sintetici che si accumulano annualmente nelle acque del Mar Mediterraneo, 33800 bottiglie al minuto, per la precisione.
Neanche gli italiani sono bravi a smaltirle e sono le spiagge a fare le spese di questa mala gestione.
Camminando in riva al mare e imbattendosi nei rifiuti a riva, i più frequenti che osserviamo sono proprio tappi e bottiglie in PET (nell’Adriatico il rapporto è di uno su dieci).
Le bottigliette in plastica in Italia invadono fiumi e mari
Non solo mare aperto, ma anche fiumi e corsi d’acqua. Prima raggiungere l’immenso blu, infatti, l’85% delle bottigliette di plastica non smaltite percorrono chilometri nelle acque dolci dei bacini fluviali.
È proprio lì che andrebbero intercettate e rimosse poiché non ancora entrate in contatto con il sale marino (un concentrato di iodio e cloro, tossico in fase di riciclo).
Esempi come la diga galleggiante sul fiume Po realizzata dal consorzio italiano Castalia, ha mostrato come dispositivi galleggianti possano bloccare l’afflusso di inquinanti in PET dai fiumi verso il mare.
Si tratta di vere e proprie dighe, capaci di catturare tra i loro bracci i rifiuti trasportati dalla corrente, senza impedire la navigazione del corso d’acqua.
I materiali bloccati vengono poi raccolti da un battello e portati a riva per essere smaltiti in appositi siti limitrofi.
Bottiglie di plastica in Italia: essenziali o evitabili?
Come avete visto, i numeri parlano chiaro.
Le bottigliette di plastica sono una condanna e non un oggetto indispensabile per la nostra vita quotidiana. Ma perché è così difficile immaginare una vita senza di loro?
Dalle pubblicità degli anni ’80, dove l’acqua in bottiglia sembrava avere proprietà miracolose, l’idea ha accompagnato intere generazioni, fino ad arrivare a oggi.
Questa visione non corrisponde alla realtà.
I contenitori in PET rilasciano sostanze dannose, specialmente quando esposti a fonti di calore, rendendo l’acqua al loro interno nociva per l’organismo umano.
È l’Università di Perugia a confermare che durante il trasporto e la conservazione, le bottigliette subiscono il processo di migrazione.
Un fenomeno con cui sostanze tossiche e microplastiche vengono rilasciate dal contenitore, contaminando l’acqua che beviamo.
Le bottigliette di plastica in Italia faranno la fine delle shopper monouso?
L’opinione pubblica si interessa sempre di più all’inquinamento plastico, riducendo pian piano il consumo di bottigliette d’acqua usa e getta.
La speranza è che questa sensibilizzazione porti al più presto alla sostituzione di tutte le bottiglie di plastica per l’acqua minerale.
Le bottigliette BPA free, per esempio, sono valide alternative che non danneggiano gli ecosistemi del nostro pianeta.
Così come avvenuto qualche anno fa in Italia con le shopper monouso, le prossime a essere eliminate potrebbero proprio essere le bottigliette in PET.