Crisi ambientale, i tre punti critici individuati dall’UNEP

Il cambiamento climatico, l’inquinamento e la perdita di biodiversità sono i segnali principali della crisi ambientale del nostro pianeta.

L’UNEP, (United Nations Environmental Program) è il Programma Ambientale delle Nazioni Unite che ogni anno rilascia un report sulle emergenze ambientali e sulla cosiddetta tripla crisi planetaria.

Ecco che cosa dice la ricerca del 2023 in merito ai tre punti critici che, messi insieme, mettono a repentaglio milioni di vite umane, flora e fauna.

Cos’è la crisi ambientale e perché è definita tripla

Negli ultimi decenni le attività umane hanno modificato il mondo naturale, mettendo a rischio la sopravvivenza della popolazione mondiale. I dati presenti nel report del 2023 dell’UNEP raccontano che, lo sviluppo dal 1970 al 2020, ha portato l’economia a crescere di ben cinque volte e gli scambi commerciali di dieci.

La popolazione umana è raddoppiata raggiungendo i 7,8 miliardi di unità, di cui 1,3 miliardi vivono in condizioni di povertà e 700 milioni soffrono la fame.

Inoltre, le emissioni di gas serra sono raddoppiate ed è cresciuto l’inquinamento legato alla produzione di rifiuti. L’uso delle risorse globali si è triplicato mentre si stima che le attività umane abbiano un forte impatto su ¾ della superficie terrestre (esclusi ghiacciai) e su 2/3 di quella degli oceani.

Tutto questo ha minato le capacità della Terra di supportare la vita, fornire risorse e assorbire le materie di scarto, portando a quella che l’UNEP definisce tripla crisi ambientale. Sono infatti tre i pilastri su cui si basano le attuali emergenze ambientali:

  • cambiamento climatico
  • inquinamento
  • perdita di biodiversità

Quali sono le emergenze ambientali

Il cambiamento climatico è la prima della cause della crisi ambientale contemporanea. Rispetto ai livelli preindustriali, infatti, la temperatura media sulla Terra è incrementata. Solamente tra il 2000 e oggi, l’aumento è stato di 1,1°C e non accenna a diminuire.

Cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è un grande problema poiché è responsabile dello scioglimento del ghiaccio marino artico, diminuito di quasi il 13%, con le maree costiere che aumentano di 3,3 millimetri il livello del mare ogni anno.

Lo scorso decennio è stato il più caldo mai registrato da quando gli scienziati rilevano le temperature sulla Terra e gli incendi sono aumentati pericolosamente in tutto il globo, “mangiandosi” biodiversità e verde.

Quali sono le ragioni della crisi climatica

La crisi climatica è legata a tanti fattori diversi, il più importante è l’effetto serra. L’aumento dei gas serra a causa delle intense attività umane fa sì che il calore del sole non venga disperso nello spazio, portando a un generale aumento delle temperature sulla terra.

In definitiva, la CO2 che risulta dalle attività industriali è la fonte primaria del cambiamento climatico. Basta pensare che solo nel 2020 il volume di gas serra nell’atmosfera era del 48% superiore a quello del 1750, durante l’epoca precedente alla rivoluzione industriale.

L’aumento di queste emissioni è legato a:

  • utilizzo di combustibili come petrolio, gas e carbone
  • deforestazione
  • allevamenti intensivi di bestiame
  • utilizzo di fertilizzanti con ossido di azoto
  • impiego di gas fluorurati

Scioglimento dei ghiacciai è una conseguenza della crisi climatica

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Inquinamento ambientale

L’inquinamento ambientale è un’altra piaga per il nostro pianeta ed è dovuto all’introduzione in natura di sostanze o elementi estranei, dannosi per gli ecosistemi. Queste sono legate in gran parte all’attività umana, anche se alcuni fenomeni naturali, come per esempio le eruzioni vulcaniche, contribuiscono a immettere sostanze nocive nell’atmosfera.

Esistono diverse tipologie di inquinamento, di cui le più gravi affliggono:

  • Acqua
  • Aria
  • Suolo

Le attività umane impattano però su altre tipologie di inquinamento come

  • Acustico
  • Elettromagnetico
  • Luminoso
  • Termico

Insieme, tutti questi fattori stanno rendendo il pianeta meno ospitale per flora, fauna e popolazione umana, imponendo un serio cambiamento di rotta per salvaguardare tutte le specie viventi.

Perdita biodiversità

Secondo i dati dell’Ispra, su scala globale la perdita di biodiversità animale e vegetale è legata alla distruzione, degradazione e frammentazione degli habitat naturali, che dipende a sua volta da calamità naturali come incendi, alluvioni, tsunami ed eruzioni vulcaniche.

Alcuni di questi fenomeni sono stati accentuati negli ultimi decenni dalle attività umane e sono conseguenza dei già citati inquinamento e cambiamento climatico.

La perdita di biodiversità è legata anche all’occupazione sempre più massiccia di suolo incontaminato da parte dell’uomo. Un esempio è la distruzione di ettari ed ettari di foresta tropicale per dare vita a coltivazioni intensive.

Perdita della biodiversità e aumento della popolazione

Foto di Peng LIU da Pexels

Crisi ambientale, da quali assunti parte l’UNEP

I report del programma delle Nazioni Unite parte da cinque assunti fondamentali:

  • I cambiamenti ambientali causano ingenti danni economici e morti premature ogni anno e sono tra i principali ostacoli verso l’eliminazione della povertà e della fame, oltre che alla riduzione delle disuguaglianze della popolazione;
  • Il benessere dei giovani e delle future generazioni è legato a un’inversione di rotta della crisi planetaria. Il prossimo decennio, infatti, sarà cruciale per diminuire le emissioni di anidride carbonica del 45% rispetto ai livelli del 2010 e per limitare il surriscaldamento globale a 1,5°C come dichiarato dall’Accordo di Parigi;
  • Le emergenze ambientali devono essere risolte tenendo conto del benessere umano e imponendo traguardi raggiungibili, sostenuti da politiche e investimenti economici;
  • I sistemi economici, finanziari e produttivi devono essere trasformati in modo efficiente per essere veramente sostenibili;
  • Tutti hanno un ruolo ben preciso per sensibilizzare verso uno stile di vita più sostenibile, attraverso la cooperazione e l’adozione di nuove tecnologie. È dovere di tutti agire responsabilmente a livello ambientale e le governance devono assicurarsi che questo avvenga senza eccessive difficoltà e sacrifici personali.

Come si può salvare il pianeta

Conoscendo nel dettaglio i tre punti fondamentali della crisi ambientale e le loro cause, si può agire per porre fine alla drastica situazione planetaria contemporanea.

Grazie alle azioni dei governi e provvedimenti come l’Accordo di Parigi e il Trattato globale sulla plastica, nei prossimi anni sarà possibile limitare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, dando un taglio all’inquinamento.

Ognuno, nel suo piccolo, potrà contribuire a questo cambiamento, attuando piccole scelte sostenibili nella sua vita quotidiana. Come per esempio l’eliminazione delle bottiglie di plastica grazie all’applicazione di filtri per il rubinetto che permettono di avere acqua di qualità sempre a portata di borraccia. Scopri le iniziative di Liberi dalla Plastica per uno stile di vita più green.