Per bilancio idrico si intende il rapporto tra entrate ed uscite idriche, ovvero tra la quantità di acqua che è introdotta con l’alimentazione e quella che viene eliminata per via metabolica oppure tramite sudorazione.
Tale rapporto deve assicurare delle condizioni di omeostasi per garantire il benessere dell’organismo.
Indice dei contenuti
Che cosa si intende per bilancio idrico
Il bilancio idrico riguarda il metabolismo dell’acqua, un elemento indispensabile per la vita:
basti pensare che più del 60% del peso corporeo di una persona adulta è composto da acqua e che nessun processo vitale potrebbe svolgersi in sua assenza.
Le sue molteplici funzioni sono:
- regolazione del volume cellulare;
- termoregolazione, tramite la produzione di sudore;
- controllo sulla funzione digestiva;
- facilitazione del trasporto di nutrienti a livello cellulare;
- eliminazione delle sostanze di scarto e delle scorie metaboliche.
La percentuale di acqua presente nell’organismo è strettamente collegata all’età ed al sesso; infatti nel neonato tale indice raggiunge il valore del 75%, che nell’uomo adulto scende al 60%.
Nella donna arriva al 50%, e negli anziani di entrambi i sessi diminuisce notevolmente, assestandosi intorno al 20-30% in quanto i loro tessuti tendono a disidratarsi.
L’acqua del nostro corpo è suddivisa in due compartimenti:
- intracellulare
comprende la quantità di H2O che si trova all’interno della membrana cellulare, e che rappresenta circa i 2/3 del totale; - extracellulare
comprende quella posta al di fuori della membrana cellulare e localizzata nei liquidi corporei (linfa, plasma, liquidi interstiziali e liquido cefalorachidiano a livello del sistema nervoso centrale).
Tali compartimenti sono separati tra loro mediante membrane semipermeabili; si tratta di strutture istologiche che si comportano selettivamente nei confronti del passaggio di liquidi e sostanze corpuscolate
Ad esempio le membrane dei vasi sanguigni impediscono il diretto contatto tra il liquido intracellulare e quello interstiziale.
Bilancio idrico ed omeostasi volumetrica
L’omeostasi volumetrica dipende dal bilancio idrico; infatti il volume del liquido intracellulare è correlato alla quantità delle concentrazione di sostanze sciolte in quello interstiziale.
In condizioni fisiologiche, i due liquidi sono isotonici (hanno il medesimo valore di osmolarità).
Se aumenta la concentrazione dei soluti all’interno della cellula, questa diventa ipertonica e quindi richiama acqua dall’esterno secondo il fenomeno dell’osmosi; come conseguenza la cellula si gonfia con rischi funzionali.
Al contrario, se tale concentrazione diminuisce, l’acqua fuoriesce attraverso la membrana cellulare per andare verso i comparti extracellulari e di conseguenza la cellula tende a raggrinzirsi.
In entrambi i casi si instaurano condizioni estremamente lesive per la vita.
Per garantire una omeostasi fisiologica del volume di liquidi dell’organismo è assolutamente necessario che il bilancio idrico si mantenga costante, cioè che le entrate e le uscite di H2O si pareggino.
Volemia e bilancio idrico
Il bilancio idrico condiziona anche la volemia, che è il volume del plasma sanguigno; tale valore deve essere mantenuto costante sia per la circolazione sia per garantire un’adeguata funzionalità del muscolo cardiaco.
Se il volume plasmatico aumenta, i vasi sono costretti a trasportare una maggiore quantità di liquido e questo fatto presuppone una più intensa contrattilità muscolare del cuore; si parla allora di ipertensione (alta pressione).
Se invece il volume diminuisce significa che la quantità di acqua nel plasma è minore (condizione di ipovolemia) e di conseguenza il sangue tende a concentrarsi aumentando la sua viscosità e innescando dannosi processi di affaticamento cardiaco.
Alimentazione e bilancio idrico
Il bilancio idrico è fortemente condizionato dall’alimentazione, che rappresenta il principale mezzo tramite cui l’acqua viene introdotta nell’organismo.
Tale sostanza vine ingerita non soltanto sotto forma di liquido, ma anche all’interno di cibi solidi, infatti molti alimenti ne contengono elevate percentuali.
Sono principalmente la frutta e la verdura ad apportare liquidi all’organismo; basti pensare che alcuni ortaggi, come cetriolo. pomodoro, sedano e zucchina sono costituiti quasi completamente da acqua e fibre.
Anche l’anguria, il melone, le pesche e l’uva consentono di introdurre un’elevata percentuale idrica.
Il pesce, in particolare alcuni tipi, la carne, le uova, ma soprattutto il latte ed i latticini rappresentano una buona fonte di idratazione metabolica e pertanto devono venire consumati con regolarità.
Sarebbe buona norma bere almeno due litri di liquidi nelle 24 ore, anche sotto forma di tisane, succhi di frutta oppure bevande non zuccherate; in questo modo l’organismo è in grado di disporre di un’adeguata riserva di H2O.
Bilancio idrico ed eliminazione dell’acqua corporea
Per mantenere costante il valore del bilancio idrico è necessario che la quantità di acqua eliminata dall’organismo non superi una certa soglia fisiologica.
La produzione delle urine tramite il processo di filtrazione renale riveste un ruolo fondamentale sul controllo del bilancio idrico.
In condizioni normali, il volume urinario escreto è di circa 2 litri nelle 24 ore; di solito il 60% delle perdite idriche da parte dell’organismo avviene tramite minzione.
Un’altra quantità di acqua eliminata dipende dalla traspirazione insensibile; si tratta di un processo di sudorazione che non viene percepito dal soggetto in quanto non è particolarmente abbondante, ma che si verifica quotidianamente in seguito alle fisiologiche variazioni della temperatura corporea.
Una notevole perdita idrica dipende poi dal processo di sudorazione evidente, consistente nella produzione di elevate quantità di sudore in seguito a variazioni climatiche, ad intensa attività fisica oppure a fenomeni che interessano la sfera psico-emotiva.
In tutte queste condizioni si verifica una perdita di H2O.
Influenza del ADH sul bilancio idrico
Il bilancio idrico è strettamente collegato all’ADH, l’ormone antidiuretico conosciuto anche col nome di vasopressina; si tratta di una sostanza proteica secreta dall’ipofisi posteriore, che controlla la funzionalità renale.
Quando le perdite idriche sono elevate, è necessario ripristinare l’omeostasi fisiologica, agendo sull’introduzione di acqua oppure sulla sua eliminazione.
Un aumento nella sintesi di vasopressina determina una diminuzione di produzione urinaria con minore eliminazione di urina in quanto viene potenziato il riassorbimento idrico a livello dei nefroni.
Centro della sete e bilancio idrico.
Il centro della sete controlla indirettamente il bilancio idrico; si tratta di un meccanismo di natura nervosa che dipende da un centro cerebrale che modula lo stimolo della sete.
Quando si verificano processi di disidratazione e conseguente ipovolemia, l’organismo va in carenza di liquidi e tutte le reazioni metaboliche diventano difficoltose oppure, in alcuni casi, si bloccano.
Tale situazione comporta gravi rischi per l’individuo poiché, in breve tempo, potrebbero verificarsi reazioni incompatibili con la vita.
Per questo motivo si attiva il centro della sete che stimola il soggetto a bere, per contrastare l’ipertonicità dei tessuti prodotta dalla perdita di H2O.
Bilancio idrico e disidratazione
La disidratazione condiziona notevolmente il bilancio idrico, stimolando l’organismo a ripristinare le condizioni fisiologiche di omeostasi.
Una diminuzione del 7% del contenuto idrico corporeo è sufficiente per mettere in pericolo la vita; pertanto anche una modesta disidratazione deve venire immediatamente compensata.
I motivi per cui tale processo riveste estrema pericolosità sono i seguenti:
- blocco della sudorazione
in un soggetto disidratato si verifica un improvviso blocco della sudorazione per risparmiare la già scarsa quantità di acqua corporea; come conseguenza si verifica un brusco innalzamento della temperatura endogena che altera il funzionamento del centro ipotalamico termoregolatore (sindrome del colpo di calore); - riduzione della volemia plasmatica
la disidratazione determina un diminuzione volumetrica del plasma per cui la circolazione sanguigna procede con maggiore difficoltà provocando un deciso affaticamento del cuore. In casi particolarmente gravi può verificarsi anche un blocco cardiaco con collasso cardiocircolatorio.
La cause della disidratazione sono le seguenti:
- condizioni climatiche
in presenza di clima caldo e secco, la dispersione del calore avviene tramite sudorazione (che invece è ostacolata da condizioni di caldo umido), quando tale processo continua per un tempo prolungato oppure risulta particolarmente intensa si instaura disidratazione.
Anche il freddo è responsabile di tale condizione, infatti le temperature molto basse provocano emissione di vapore acqueo tramite il processo di respirazione, in quanto la pressione del vapore di aria espirata è superiore di quella dell’ambiente esterno; - attività sportiva prolungata e intensa
anche in questo caso la sudorazione può diventare eccessiva innescando macroscopiche perdite idriche; - diarrea e vomito
alterazioni dell’alvo intestinale con emissione di abbondanti feci liquide è una comune causa di disidratazione, soprattutto nei bambini; anche episodi di vomito profuso possono diminuire la quantità fisiologica di H2O organica; - emorragie e ustioni
sono patologie sempre collegate a perdita di liquidi corporei.
Bilancio idrico e quantità di liquidi introdotti
La quantità di liquidi introdotti è un fattore condizionante sul bilancio idrico;
solitamente viene raccomandato di bere almeno due litri di liquidi nelle 24 ore per garantire il benessere fisiologico dell’organismo.
In alcune condizioni è necessario aumentare tale dosaggio, e precisamente:
- elevate temperature esterne;
in estate è sempre utile bere spesso per evitare perdite idriche conseguenti a sudorazione intensa; - attività fisica;
una corretta idratazione corporea garantisce le migliori prestazioni sportive, non soltanto a livello agonistico, ma soprattutto quando vengono effettuati sforzi prolungati; - convalescenze;
di solito durante le convalescenze è necessario aumentare l’assunzione di liquido per aiutare l’organismo a riprendere il normale assetto metabolico; - impiego di determinati farmaci;
numerosi principi farmacologici richiedono un notevole ricambio idrico per facilitare l’eliminazione delle sostanze di scarto; - insufficienza renale;
si tratta di un disturbo dell’apparato renale consistente in una diminuzione della sua funzionalità; in tale situazione è indispensabile aumentare la quantità di H2O disponibile per stimolarlo a filtrare.
Bilancio idrico e disponibilità dell’acqua
La disponibilità dell’acqua è il principale fattore limitante sul bilancio idrico, l’Italia è un paese potenzialmente ricco di sorgenti idriche collegate al volume medio della pioggia annuale.
In realtà la situazione è molto differente poiché la carenza dei sistemi di infrastrutture e l’irregolarità dei deflussi condizionano negativamente la quantità di acqua disponibile.
Anche l’inquinamento influenza in maniera notevole questa situazione in quanto molte sorgenti idriche vengono contaminate dai rifiuti ambientali.
Affinché l’acqua possa svolgere pienamente il suo ruolo indispensabile alla salute dell’organismo è necessario che, oltre ad essere potabile, sia fornita di determinate caratteristiche.
Vi sono alcuni valori che indicano la sua qualità: la durezza, il residuo fisso ed il pH; in base all’analisi di tali requisiti è possibile stabilire le caratteristiche organolettiche del liquido.
Un’acqua potabile non minerale deve essere caratterizzata da valori ottimali degli indici sopra citati per evitare l’insorgenza di disturbi metabolici.
Bilancio idrico e depuratori
I depuratori d’acqua consentono di mantenere un bilancio idrico ottimale per l’organismo in quanto offrono la possibilità di bere un liquido puro, qualitativamente gradevole, e con una concentrazione ideale di tutti i microelementi necessari al benessere dell’organismo.
Si tratta di dispositivi poco ingombranti che possono venire montati direttamente sul rubinetto e che consentono di produrre un liquido dalle proprietà ottimali per la salute.
La metodica su cui si basa il funzionamento di tali apparecchi è l’osmosi inversa, una tecnica altamente selettiva che, attraverso membrane speciali, permette il passaggio delle molecole utili per il metabolismo organico, trattenendo quelle nocive (come pesticidi, metalli, nitriti, nitrati e tutte le molecole derivanti da inquinanti ambientali).
Acqualife è un’azienda leader nella produzione e commercializzazione di depuratori e addolcitori domestici per acqua; tramite l’impiego di tali dispositivi è possibile bere acqua pura e dotata di caratteristiche benefiche per la salute dell’organismo.
L’impiego di questi apparecchi consente un notevole risparmio sia di fatica, in quanto si evita di acquistare pesanti confezioni di acqua minerale, sia in ambito economico poiché il costo dell’acqua di rubinetto non è minimamente paragonabile a quello delle acque minerali.
Inoltre, servendosi della rete idrica domestica, si contribuisce a rispettare l’ambiente dato che non vengono scartate bottiglie di materiale plastico, estremamente nocive per l’ecosistema.
Il vantaggio di poter bere acqua pura e salutare che esce dal rubinetto della propria abitazione contribuisce a garantire un adeguato bilancio idrico per l’organismo, allo scopo di assicurare le migliori condizioni di benessere.